
Una vertigine aveva colto Marco Trabucchi a un certo punto del cammino, di fronte alla parete dei mille articoli sulle demenze pubblicati meritoriamente dal Giornale di Brescia. E una meravigliosa vertigine coglie noi, arrivati all’ultima curva di questo specialissimo libro. Una raccolta, una saga “al servizio di chi soffre”, una guida per chi si è trovato o si troverà a risalire la montagna dell’Alzheimer o le concatenate cime delle altre forme di demenza e anche, più in generale, i rilievi ora impervi ora più dolci del tempo che si impenna verso la fine della vita.
Una raccolta unica di storie, dati, riflessioni, malati e familiari, medici e operatori. Angiolina, le tre sorelle, la signora Lina, il cane da caccia che prendeva il cibo soltanto dalle mani del suo padrone con l’Alzheimer: sono soltanto alcuni protagonisti di un racconto complesso e collettivo che si dipana, e questo è bellissimo, nell’arco di tanti anni, di tanti giorni. “Rispetto, appropriatezza, rigore” sono le spezie essenziali con le quali Anna Della Moretta e la schiera dei professionisti del Gruppo di Ricerca Geriatrica hanno “cucinato” una pagina dopo l’altra. Pagine di Alzheimer. Rispetto, rigore e direi anche passione, umiltà: la competenza e il cuore dei poveri in spirito sono organi complementari della stessa ricchissima umanità, strumenti fondamentali nel variegato kit di chi porta soccorso.
Il percorso di questo libro non è consolatorio, non offre scorciatoie o facili illusioni, non nasconde le voragini che ancora si aprono nella cura delle persone più fragili. Eppure, il sentimento che ci lascia dentro è una visione di calibrato ottimismo. Verso il passato e verso il futuro. Penso a tutte le persone, lettori e lettrici, che nel corso degli anni hanno trovato in questi articoli un utile appiglio, oltre alla rassicurante consapevolezza di non essere sole. E guardando avanti, pur in mezzo alle nubi di una solidarietà civile che non cresce quanto dovrebbe, si intravede l’azzurro di un tessuto sociale che cocciutamente si ricostituisce.
Intorno aleggia, è vero, la legge non scritta di cui parla Papa Francesco e “che riassume tutte le contraddizioni del nostro tempo; quella di considerare inutili le persone anziane”. Ma non vi sembra che tale legge sia in vigore più tra gli adulti che tra le giovani generazioni? Non so se esistano studi a riguardo, ma la mia impressione è che i ragazzi di oggi guardino ai vecchi come fonti di ispirazione, con curiosità e rispetto. Sono spesso gli adulti, coloro che hanno in mano le leve del potere (e la borsa dei soldi), a dimenticare chi dimentica, a fare finta di niente, a mostrare la faccia dura con i più fragili. Come cantano i trentenni Pinguini Tattici Nucleari, nella canzone “Ricordi” che è già un piccolo classico: “Penso che questa notte presto finirà / Io ti terrò la mano e tu tienimi l’anima / E pure se non sai chi sono, non lasciarla mai”.
Notte dopo notte, pagina dopo pagina, c’è chi non lascia mai la mano delle persone che magari non sanno chi sono, ma caparbiamente ci tengono l’anima. Uscendo dalla lettura di questo libro, io ci credo ancora di più.